Tecniche di realizzazione

La famiglia Di Rella realizza da quattro generazioni palloni aerostatici puramente artigianali in diverse forme e decorazioni, il tutto nel rispetto delle norme di sicurezza, della viabilità aerea e di chi assiste allo spettacolo.

Vediamo come tecnicamente si costruiscono i palloni aerostatici, in cui si concentra in primis passione, come sosteneva il Cav Domenico Di Rella, ma anche tecnica.

Elemento fondamentale è il tipo di carta, che deve essere non solo leggera, ma anche capace di sopportare mutamenti di temperatura: una carta speciale monolucida denominata ”Kraft” resistente al calore, prodotta da un’azienda di Milano.

I formati delle mongolfiere variano da un minimo di 1 metro, ad un massimo di 18 mt. di altezza.

I formati, più utilizzati dai noi sono:

– 4 mt. altezza x 6 mt. circonferenza

– 6 mt. ” x 8mt. ”

– 8 mt. ” x 12 mt. ”

– 10 mt. ” x 14mt. ”

– 12 mt. ” x16 mt. ”

– 18 mt. ” x 24 mt. ”

La grammatura della carta impiegata è direttamente proporzionale alle dimensioni del pallone aerostatico ed al numero delle facce (2,6,8,10,12,14 oppure 16) di cui è composto.

Circa la grammatura per il 4×6 viene usata la 31 grammi; per il 6×8 viene usata la 41 grammi; mentre per il 12×16 e 18×24 viene usata la 60 grammi.

Generalmente la forma di mongolfiera più diffusa è quella a fungo, costituita da facce ogivali chiamate “spicchi”, che formano il pallone propriamente detto. Per unire gli questi spicchi viene usata farina, acqua e colla liquida resistente al calore, che creano una pasta che si lascia ben lavorare e spennellare con tempi di asciugatura che variano a seconda delle condizioni di umidità, da 24 a 48 ore.

Il segreto della buona riuscita dell’opera, soprattutto per i palloni di notevoli dimensioni, è lo spago. Esso va dal n. 2 al n. 7 a seconda della grandezza del pallone e viene posizionato nel lembo o “linguetta sfasata” dello spicchio, così da costituire un’anima che rafforza la tenuta dell’intera struttura. Detti spaghi che si trovano lungo ogni spigolo, vengono infine legati tutti insieme sulla estremità (parte superiore) del pallone e singolarmente legati all’anello (parte inferiore) che costituisce la base ideale del pallone. Va precisato che, per il suddetto anello in passato erano utilizzate canne di bambù (bagnate e pazientemente piegate fino ad ottenere un cerchio); oggi, queste sono state sostituite da listelli in plastica leggera (fibre di carbonio).

Altro aspetto fondamentale è l’immissione di aria calda che, per un principio della fisica, essendo più leggera dell’aria fredda, tende a salire e a favorire il lancio del pallone. In passato l’aria calda veniva prodotta bruciando paglia di grano tenero, che non produceva molto fumo e non appesantiva il pallone come invece accadeva quando veniva usata quella di grano duro e di orzo. Invece, a partire dagli anni 90, l’aria calda viene immessa con il cannello a gas per garantire condizioni di sicurezza imposte dalle Amministrazioni Comunali.

Altri elementi che connotano una mongolfiera sono le decorazioni, con botti e giochi pirici. Le prime vengono fatte direttamente sulle facce con colori ad acquerello, a mano libera e 1’abilità per un verso è paragonabile a quella del cartografo che sviluppa su di un piano la superficie sferica nel rispetto delle proporzioni e della prospettiva.

Questa difficoltà viene magistralmente superata nell’arte del pennello con uso/ tecnica del decoro. I botti di fatto vietati, vengono sostituiti da “strisce di codino matto” che fanno coreografia producendo solo scoppiettio di gran lunga più sicuro dei petardi propriamente detti. L’abilità del lancio presuppone una buona conoscenza dei venti e della loro direzione: (solo vento contrario o pioggia non consentono il lancio). Da qui la necessità di frequentare corsi e conseguire il brevetto di tecnico aerostiere così come a Biagio Di Rella è stato rilasciato dall’Associazione ARIA.

Nel concludere questo approfondimento ritengo opportuno fornire qualche informazione circa la normativa che regola il lancio dei palloni, dal momento che la popolazione ruvese “contesta” inopportunamente l’Autorità (Sindaco in primis) per aver vietato l’uso di botti in diverse occasioni (vedi lo scoppio della pupattola ”quarandone”). Secondo la normativa vigente in materia l’Autorità competente di P.S. (Pubblica Sicurezza) è il Sindaco, ove non esiste un Commissariato di P.S. L’art. 57 del Testo Unico di P.S. (R.D. 18 giugno 1931 n. 773) stabilisce: “Senza licenza dell’autorità di pubblica sicurezza non possono spararsi, accendersi fuochi d’artificio, innalzarsi aerostati con fiamme o in genere farsi esplosioni […] in luogo abitato o lungo una pubblica via”. Il Regolamento di esecuzione ne precisa agli art. 101 e 110 le modalità. Quindi viene rilasciata un’autorizzazione limitata alla manifestazione e concessa, valutando i requisiti soggettivi e professionali del richiedente, unitamente alla stipula di assicurazione per responsabilità civile verso i terzi.

Credo di avere soddisfatto, grazie alle delucidazioni del cav. Di Rella, l’interesse per uno spettacolo che da diverse generazioni appaga la vista dei più piccoli inclini all’immaginazione e dei più grandi propensi alla riflessione, condividendo le tradizioni di un popolo.

Michele D’ingeo (Proloco Ruvo di Puglia)